
Dopo aver visitato l’ultimo parco nazionale di questo lungo on the road, il Grand Canyon, è il momento di rimettersi in macchina e proseguire verso sud ovest, direzione ROUTE 66!
Le tappe più famose della Route 66: Williams, Seligman, Kingman
La nostra destinazione, per il pernottamento di oggi, è KINGMAN: lungo il tragitto ci fermiamo a WILLIAMS e a SELIGMAN, cittadine tipiche (e molto turistiche) della Route, che avevamo già visto nel 2010. Non abbiamo incrociato il mitico ultranovantenne Angel Delgadillo nel suo Barber Shop, ma è stato comunque piacevole ripercorrere quelle tappe.



















In serata arriviamo a Kingman, dove dormiremo nel particolarissimo EL TROVATORE MOTEL: un vero motel della Route 66, con le camere dedicate ai vari miti del cinema, e il murales che raffigura la Mother Road più lungo del mondo. Padrone di casa il simpaticissimo cane bassotto Taco (mai nome fu più azzeccato, visto la sua stazza).






Ceniamo con una super bistecca molto buona al Dambar Steakhouse (ottimo pub, forse un po’ buio) e andiamo a letto presto, che domani ci aspetta un tappone di trasferimento – l’ultimo di questo viaggio – davvero lunghissimo e con soste importanti.

Oatman, la ghost town degli asinelli sulla Route 66
La mattina dopo partiamo da Kingman – dopo aver fatto una stupenda colazione a base di pancakes e french toast nell’imperdibile Mr D’z Route 66 Diner e aver visitato velocemente il Visitor Center della cittadina – molto presto, in direzione di OATMAN, la ghost town dei ciuchini!


La strada per arrivarci è davvero particolare: prima si passa letteralmente in mezzo al nulla, con file di cassette della posta lungo la strada da cui partono stradine bianche che portano a roulotte e catapecchie disperse nel deserto (ma chi ci abita là?), e poi si inerpica con tornanti lungo una strada non bellissima – la strada della morte, come è stata rinominata visto il numero di incidenti che si sono verificati in passato – fino alla sommità, dove si trova quella che è ormai a tutti gli effetti una città fantasma decisamente turistica. Arriviamo presto, c’è poca gente in giro, locali e negozi sono ancora quasi tutti chiusi, ma una decina di asinelli – le vere star del posto – sono già in giro ad elemosinare il cibo di cui vanno ghiotti, che si può comprare nei negozietti nella Main Street (e noi ovviamente ne prendiamo subito due confezioni). Ci sono anche alcuni cuccioli, di cui uno davvero piccolo e morbidissimo, a cui non si può dare da mangiare perché prendono ancora solo il latte della mamma (e per questo hanno un adesivo “Don’t feed me” sulla testa). Rimaniamo ad Oatman un’oretta e ci divertiamo come matti a nutrire e coccolare gli asinelli.










La parte più desolata e suggestiva della Route 66: Amboy e il Roy’s Cafe
In un caldo pazzesco, via verso la tappa successiva, l’outlet di Barstow. Breve deviazione lungo il tratto storico della Route 66 – non sempre così facile da seguire, soprattutto se ci sono deviazioni e tratti chiusi – per passare lungo il pezzo più desolato ma più autentico della Route 66, AMBOY, con il suo deserto ma famosissimo Roy’s Cafe, dove ci fermiamo a fare un paio di foto veloci con 45 gradi di temperatura esterna. Un posto davvero dimenticato da Dio, non oso immaginare cosa potrebbe succedere se si rompesse la macchina, ma davvero suggestivo e bellissimo.


Prima di raggiungere l’ultima tappa di questo nostro lungo on the road – Los Angeles – ci fermiamo all’outlet di BARSTOW per lo shopping sfrenato tipico di ogni viaggio a stelle e strisce: pausa pranzo da Carl’s (ottimo fast food che non avevamo ancora provato, molto economico) e via con lo shopping. Ale ne esce con tshirt e polo, io con borse Michael Kors e Kate Spade a prezzi ridicoli!
Finito lo shopping, è tempo di dirigerci al nostro ultimo hotel a Los Angeles, anzi, Anaheim.
Bel racconto.. molto dettagliato.. ti invita a leggere..
Grazie mille 🙂