New York e New England 2023: Newport e New Bedford

New York e New England 2023: Newport e New Bedford

Day 4 – 11.9.2023

Anche stamattina – complice una simpatica telefonata dall’Italia di un call center su cui non aggiungerò nulla di più di quanto detto stanotte – alle 4:50 sono già sveglia e non c’è verso di riprendere sonno. Ne approfitto per pubblicare qualche storia su Instagram, nel frattempo si sveglia anche Ale e anche oggi andiamo a fare colazione come le galline: l’Howard Johnson offre una colazione abbastanza scarsa, ma c’è il pane senza glutine (informazione che può interessare chi è celiaco) e il waffle maker (che io non mi azzardo mai ad usare). Facciamo checkout, usciamo dall’hotel tutti baldanzosi per andare a Newport a vedere le ville dei ricconi della Gilded Age… e ci accoglie una nebbia che ci bagna all’istante. Evviva, anche oggi tempo di cacca! Decidiamo comunque di raggiungere l’inizio della Cliff Walk, la camminata lungo la scogliera che costeggia tutte le mansions dei milionari newyorkesi di fine ‘800, che avevano indetto Newport a meta preferita per le loro vacanze estive e soprattutto sede della loro gara a chi costruiva il “cottage” (li chiamavano così!) più grande, più sfarzoso, più costoso. Parcheggiamo lungo la spiaggia di Easton Beach, su Memorial Boulevard, e decidiamo di incamminarci lungo la passeggiata, anche se la nebbia non permette di vedere neanche il mare, al limite arriviamo fino a The Breakers – la villa più famosa – e poi torniamo indietro.

Il tempo gradualmente invece migliora, la nebbia si alza e, camminando camminando, in un’ora e mezza abbondante arriviamo alla fine della Cliff Walk, dopo aver visto tutte le meravigliose ville, alcune delle quali si possono visitare, altre sono private. Vediamo, tra le altre, oltre a The Breakers, anche Rosecliff (dove hanno girato Il grande Gatsby e True Lies) e Marble House. Alcuni tratti della passeggiata sono segnati come “difficoltosi” perchè ci si deve inerpicare sugli scogli o su tratti scivolosi, ma niente che non si possa affrontare con un buon paio di scarpe da ginnastica. L’unico problema è che arriviamo alla fine distrutti (ma almeno abbiamo smaltito parte delle calorie inutili ingurgitate in questi primi giorni). Il massimo consentito per il parcheggio è 3 ore, così dobbiamo tornare velocemente alla macchina e invece di rifare la camminata (due volte ad arrampicarmi sugli scogli anche no) decidiamo di percorrere la strada principale, che costeggia le ville dal lato dell’ingresso. Una strada infinita! Viene in nostro soccorso il bus gratuito 67 che fa la spola tra le varie mansions, e che – con una temperatura interna di 12 gradi – ci riporta nei pressi della macchina. Ritroviamo la spiaggia della mattina con il sole, in una veste completamente diversa.

È tempo ora di scoprire le mansions dall’interno… ne scegliamo una, ovviamente la più grande – The Breakers – e ne visitiamo gli sfarzosi interni, dove hanno girato alcune scene di The Gilded Age (serie che vi consiglio assolutamente di vedere, e che si ispira proprio alla famiglia Vanderbilt, proprietaria di The Breakers). Scendiamo anche nelle cucine, e ritroviamo il sistema di campanelli per chiamare il personale di servizio visto in Downton Abbey (altra serie imperdibile se si ama il genere). Finita la visita di The Breakers, si è fatta ora di pranzo, così ci spostiamo nel porto di Newport – cittadina meravigliosa da cui partono anche i traghetti per Martha’s Vineyard, Nantucket e altre isole – per mangiare il nostro primo lobster roll nello shack (“baracca dei pescatori”, se così possiamo tradurlo) di Newport Lobster Shack. C’è un po’ di fila, il lobster roll non è più economico come una volta (versione da 3 oz 20$) ma è BUO-NIS-SI-MO!

Soddisfatti dal primo lobster roll della vacanza, lasciamo Newport per la prossima meta, New Bedford, dove vorremmo vedere il Whaling Museum (il più grande museo sulla baleneria del New England) prima che chiuda (alle 17). Ce la facciamo senza problemi, e la visita, che secondo tutte le guide avrebbe dovuto impegnare 2/3 ore, che ne porta via una soltanto, complice anche il fatto che c’è pochissima gente, non c’è visita guidata nè audioguida, quindi dopo un po’ ci stufiamo di ammirare l’ennesima teca senza capire molto della storia che c’è dietro… In ogni caso, i pezzi forti del museo sono gli scheletri di balene all’ingresso (tra cui quello di una mamma con feto) e la riproduzione in scala 1:2 della baleniera Lagoda (si tratta del più grande “modellino” di baleniera del mondo). Il museo è fatto davvero molto bene, l’esposizione è molto ricca, però per noi un’ora è più che sufficiente.

Nel frattempo ricomincia a piovere, vorremmo vedere anche la Seamen’s Bethel (la cappella dei marinai di cui si legge in Moby Dick) ma ovviamente chiude alle 16 e sono le 16:15; decidiamo perciò di proseguire per la tappa finale di oggi, Falmouth a Cape Cod, dove dormiremo stanotte… nel primo motel da incubo del viaggio 🙂

Chiariamoci, la stanza non è male, è arredata bene, il bagno è nuovo, ma c’è la solita terribile moquette che mi fa pensare a Gordon Ramsay con il luminol, e mi sono convinta che stanotte mi beccherò i bed bugs. Spero di smentirmi da sola domani 🙂 Per cena, l’idea era di mangiare da Betsy’s Diner, un locale tipico anni ’50 a due passi dall’hotel… ma ovviamente è chiuso il lunedì, come quasi tutti i ristoranti di Falmouth e Woods Hole, così finiamo da Anejo Mexican Bistro dove mangiamo un ottimo (ma ENORME) burrito con pollo e un arroz con pollo, che lasciamo praticamente a metà, e torniamo nel nostro motel da incubo: domani si va a Martha’s Vineyard!

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