Day 6 – 13/9/2023 – Whale Watching e Cape Cod National Seashore
Ve lo dico subito: oggi ho vissuto una delle esperienze più belle della mia vita, pari solo a quando ho nuotato con i delfini in Giamaica: ho fatto l’escursione di whale watching più bella di sempre!
Ma andiamo per ordine: stamattina, nonostante la colazione al Cape Colony Inn sia compresa (una colazione base da prelevare nella lobby e consumare nella propria stanza o nei tavolini all’aperto), visto che comincia appena alle 8 e volevamo muoverci dall’hotel prima (avevamo l’escursione di whale watching alle 10, bisognava essere al molo un’ora prima e ci vuole mezz’ora a piedi per arrivarci…) decidiamo di saltare la colazione in hotel e farla al porto. Ci incamminiamo per una Provincetown sonnecchiosa, ammirando meglio tutti i particolari delle casette su Commercial Street (una più… esagerata dell’altra, soprattutto per quanto riguarda il giardino e l’arredo esterno) e arrivando al porto in estremo anticipo. L’atmosfera la mattina presto è davvero rilassata, la spiaggia deserta è molto suggestiva e in giro ci sono solo cagnolini a spasso (Kim dove seiiiiiiii). Scegliamo, per la colazione, una bakery spartana ma centralissima (The Coffee Pot nella piazzetta davanti McMillan Pier) e consumiamo il nostro cookie e il nostro muffin sulla panchine della piazzetta. Alle 9 ci avviamo verso l’imbarco della Dolphin Fleet, la compagnia che abbiamo scelto per la nostra “caccia alle balene”, ma abbiamo già una trentina di persone in fila davanti a noi, da dove sono spuntate??? C’è comunque posto per tutti, e quando arriva il nostro turno di imbarcare riusciamo a trovare un bel posto all’aperto, sulla parte esterna. Tanto sappiamo (o speriamo, più che altro) che nel momento clou, quando ci sarebbe stata qualche balena da avvistare, ci saremmo alzati tutti in piedi per avvicinarci il più possibile al punto di vista migliore.
Apro una parentesi sulle mie aspettative sul whale watching: essendo io e Ale notoriamente sfigati nell’avvistamento della fauna locale (orsi avvistati a Yosemite: 0, alligatori avvistati alle Everglades: 1/2 – sì, metà era nell’acqua, tanto che all’inizio l’avevamo scambiato per un tronco – orsi avvistati a Yellowstone: 0), e non essendomi – volutamente – informata più di tanto, ero convinta che, tutt’al più, avremmo intravisto qualche coda o qualche dorso o qualcosa di indefinito muoversi nell’acqua, lontano dalla barca. Niente perciò mi aveva preparato all’esperienza incredibile che stavo per vivere.
Alle 10 in punto partiamo dal McMillan Pier, costeggiamo le spiagge del Cape Cod National Seashore passando ben tre fari, mentre la guida ci illustra la vita e le abitudini dei cetacei che andremo a scovare nello Stellwagen Bank National Marine Sanctuary, la zona al largo di Cape Cod, in oceano aperto, dove le balene vanno a nutrirsi da maggio ad ottobre, prima di migrare verso sud. Il tempo è meraviglioso, c’è il sole (e meno male, ero convinta che con la nostra solita sfiga avrebbe piovuto di brutto e avrebbero cancellato l’escursione) e in un’oretta a ritmo sostenuto arriviamo a destinazione… il capitano Dennis rallenta i motori, in lontananza il primo sbuffo che segnala l’emersione di una balena, ecco un pezzo di dorso… ma di colpo succede l’impensabile, le balene diventano decine, si tratta di un branco di 20 esemplari, compreso un cucciolo (riconoscibile perché non si nutre di pesce come le altre) che, preannunciato ad ogni apparizione dalle bolle, dalla schiuma degli sbuffi e dalle centinaia di uccelli che “vanno a scrocco” rubando al volo i pesci che le balene sono intente a mangiare, fa capriole a destra e a manca, anche molto vicino alla barca. Non sappiamo da che parte guardare: ad un certo punto le balene si dispongono addirittura in un cerchio perfetto, poi il gruppo si divide in due gruppi più piccoli, poi una balena si avvicina alla barca, sembra addirittura guardarci incuriosita. Scattiamo e facciamo video a più non posso, siamo senza parole, addirittura la guida e il resto dello staff fanno foto e continuano a dirci che una presenza così massiccia di balene in contemporanea è una cosa rarissima. Non riesco a credere alla nostra fortuna. Sono emozionata e anche commossa, vederle così da vicino, e così tante, è un’emozione fortissima. Continuiamo ad ammirarle e a fotografarle per un’ora, poi torniamo a malincuore al porto: alla fine dell’escursione la guida ci suggerisce di non fare mai più un’escursione di whale watching, perché nessuna potrà superare il livello di quella di oggi.
Ancora emozionati ed eccitati, scendiamo dalla barca, buttiamo un occhio ai baracchini di artigianato sul molo e decidiamo di pranzare con un hot dog e patatine da John’s Foot Long, davanti alla bakery di stamattina. Sono quasi le 14, ritorniamo a piedi in hotel, prendiamo la macchina e cerchiamo di sfruttare il pomeriggio per partire alla scoperta del Cape Cod National Seashore, area naturalistica gestita dal National Park Service che comprende tutta la parte settentrionale di Cape Cod, con i suoi fari e le sue spiagge. Scendiamo fino ad Eastham per visitare il Salt Pond Visitor Center prima che chiuda: metto il timbro sul mio passaporto dei parchi, saccheggio come al solito lo shop (calamita, decorazione natalizia e un bellissimo libro fotografico sui parchi nazionali per la mia collezione) e facciamo anche un breve trail, il Nauset Marsh Trail, che costeggia il laghetto salato e si inoltra nel bosco per tornare poi al Visitor Center. Siamo soli. Il tempo è meraviglioso. L’atmosfera di queste zone, che avrebbe potuto ricordarmi le zone paludose del Nordest (come l’isola della Cona nella mia Venezia Giulia), mi conquista invece da subito per il suo tono rilassato, per i suoi colori, per la sua calma bellezza. Comincio a capire perchè tante persone mi hanno detto di aver lasciato un pezzetto di cuore nel New England!
Finito il piccolo trail, riprendiamo la macchina per il prossimo spot, il Nauset Lighthouse, il primo vero faro di questa vacanza: famoso per le sue strisce bianche e rosse, come molti altri fari del litorale oceanico di Cape Cod è stato spostato all’interno perché l’erosione degli agenti atmosferici sulla fragile sabbia si è mangiata decine di metri di spiaggia nell’ultimo secolo. Vicino al Nauset Lighthouse visitiamo anche le Three Sisters, i tre fari gemelli che sorgevano accanto al Nauset sulla spiaggia e che sono stati spostati per lo stesso motivo.
Tappa successiva: Marconi Wireless Station, cioè il luogo da cui Guglielmo Marconi fece la prima trasmissione senza fili transoceanica nel 1903. Il sito originale non esiste più, ma una targa commemora il luogo (più o meno) dove sorgeva (anche se anche qui l’erosione ha fatto il suo corso). Ultima tappa della giornata: Highland Lighthouse, a Truro, anche questo spostato all’interno per l’erosione, e situato ora in mezzo ad un campo da golf (molto suggestivo).
Si è fatto quasi buio e stasera abbiamo un appuntamento a cena con un membro del gruppo Facebook, Roberto, sua moglie e un’amica: sono dei veri esperti di USA, con 30 anni di on the road alle spalle, ed è davvero bello passare una serata a chiacchierare della nostra passione comune. Lo facciamo da Patio, su Commercial Street, dove Ale prende una steak buona ma freddina e io dei tacos di pollo.
Oggi abbiamo fatto veramente un sacco di esperienze interessanti ed emozionanti. Le balene, i primi fari, le spiagge, la natura… questo New England mi sta piacendo un sacco, e spero con tutto il mio cuore di riuscire a portare a termine il programma: l’uragano Lee si sta dirigendo verso il Canada e il Maine, dove dovrebbe arrivare sabato notte, e questo potrebbe significare per noi saltare il parco nazionale di Acadia, vari fari e altre destinazioni dei prossimi giorni 🙁 Incrociate le dita per noi!
Day 7 – 14/09/2023 – Cape Cod National Seashore, Cape Cod, Plymouth
Ieri sera mentre scrivevo le ultime righe di questo diario, pensando proprio all’Uragano Lee in arrivo sul New England, cominciava a tuonare e a piovere. Stanotte deve aver piovuto un bel po’, ma stamattina è spuntato quasi subito un bel sole che fa ben sperare se non altro per questi due giorni (Weather Channel continua a dire che il clou sarà sabato, ma che sarà un “one day event”, con venti forti, piogge e flooding sulla costa solo per un giorno. Speriamo bene). Ci alziamo, chiudiamo le valigie (operazione che comincia a diventare difficile, con i primi acquisti e la borsa della roba sporca che aumenta – urge trovare una lavanderia) e andiamo a provare la colazione “da asporto” compresa nell’hotel… due cose due in croce, per l’esattezza banane, arance, caffè, uova sode, muffin al mirtillo e alle mele con cannella, latte e cereali. Stop. Ale prende un muffin e una banana, io non prendo niente ma rimedio poco dopo da East End Market, un delizioso market con prodotti locali non lontano dall’hotel, dove prendo una confezione di cookies e anche un’insalata di uova e una di tonno che si riveleranno deliziose. La prima meta di oggi è il monumento al Pilgrim’s First Landing Site, al margine dell’abitato di Provincetown alla fine di Commercial Street, che commemora il punto in cui i Padri Pellegrini sostarono per settimane, nel 1620, prima di decidere di approdare in acque più tranquille ad ovest, a Plymouth. La giornata di oggi inizia con i Padri Pellegrini, continuerà come vedremo con i Padri Pellegrini e finirà con i Padri Pellegrini. Lo potremmo definire il nostro “Pilgrim Day”.
Dopo aver fatto un paio di foto al monumento e alle scogliere e dune di sabbia circostanti, ci spostiamo al secondo Visitor Center del Cape Cod National Seashore, aperto solo da maggio ad ottobre, il Province Lands Visitor Center. Siamo a nord dell’abitato di Provincetown, in mezzo alle dune e alle spiagge che affacciano sul tratto di mare che abbiamo percorso ieri in barca per andare a “caccia di balene”. Al Visitor Center – molto panoramico e con una terrazza aperta anche di notte per ammirare il cielo stellato – metto un altro timbro sul mio passaporto dei parchi, dò un’occhiata veloce allo shop – non si sa mai che abbia cose diverse dall’altro! – e poi imbocchiamo un piccolo trail di 0,8 miglia che ci porta a Race Point, sulla spiaggia, costeggiando anche il piccolo aeroporto di Provincetown dove vediamo atterrare e partire un paio di piccoli aerei da turismo. Rientrati all’auto, ci spostiamo verso sud, vicino al Salt Pond Visitor Center che abbiamo visitato ieri a Eastham, per fare un altro piccolo trail a detta di tutti “imperdibile”, il Red Maple Swamp Trail. Boh, è talmente imperdibile che a metà del miglio scarso di loop, su passerella in mezzo alla vegetazione e all’umidità – sembra di essere sull’Anhinga Trail alle Everglades – decidiamo di lasciar perdere e tornare indietro :-)))
Continuiamo verso sud, lungo la penisola di Cape Cod, e imbocchiamo la statale 6A al posto della più anonima e trafficata 6, in modo da passare attraverso deliziosi paesini come Brewster e Dennis. A Brewster ci fermiamo al Brewster General Store, emporio nato nel 1866 in cui il tempo sembra essersi fermato: tra caramelle vendute a peso, la macchina per tostare le arachidi, souvenir e oggetti di ogni tipo, mi sembra di essere nell’emporio degli Oleson della Casa nella Prateria. Un posto incredibile!
Oltrepassiamo Dennis, deviamo dalla 6A per andare a Hyannis a dare un’occhiata veloce alla Main Street, al porto e al JFK Memorial (la storia di Jonathan Fitzgerald Kennedy è strettamente legata a Hyannis, dove aveva una casa di villeggiatura). Dopo Hyannis, passaggio veloce a Sandwich per vedere la famosa boardwalk, la passerella in legno che si allunga sul mare (ma è interrotta e in ristrutturazione) e sosta al supermercato per comprare acqua, caesar salad e qualche schifezza per riempire il cooler 🙂
Sono le 15 passate e ancora non abbiamo pranzato: raggiungiamo il parcheggio del Plimoth Patuxet Museum (nuovo nome della Plimoth Plantation) e prima di entrare nel complesso ci fermiamo nell’area picnic a mangiare. La tuna salad e la egg salad comprate stamattina nella grocery di Provincetown sono davvero buone.
Finito di mangiare, paghiamo i 33$ dollari e passa a testa di biglietto per visitare quella che è una ricostruzione il più fedele possibile del villaggio che costruirono i Padri Pellegrini nel 1620 a Plymouth; tutto è uguale all’epoca, case, oggetti, campi coltivati, ci sono anche gli abitanti del villaggio, in costume d’epoca, che sono ovviamente attori calati perfettamente nella parte, pronti a rispondere a tutte le domande dei visitatori come se fossimo ancora nel 1620. Molto divertente e particolare, ma per 33$ a testa mi aspettavo di più: più figuranti, più vita nel villaggio, addirittura il villaggio indiano – sì, c’è anche quello – è disabitato. Avevo visto molte foto e video online e l’esperienza doveva essere molto più completa e coinvolgente. Sarà che era quasi l’ora di chiusura, sarà che è settembre, ma in ogni caso l’esperienza, per quanto carina, non ha valso i soldi del biglietto.
Dopo la Plimoth Plantation è il momento della Plymouth vera, il villaggio dove i Padri Pellegrini sbarcarono e dove tutto gira intorno a questo evento, a partire dalla Pilgrim Rock, la roccia originale (ovviamente sanno CON CERTEZZA che la roccia è proprio quella, eh!) sui cui misero i piedi i Pilgrim Fathers scesi dalla Mayflower. La roccia è inserita in una specie di monumento a baldacchino neoclassico, giusto per essere sobri. A proposito di Mayflower, una replica della nave con cui i 102 inglesi puritani sbarcarono nel 1620 fa bella mostra di sè a pochi metri dalla roccia: anche la nave è visitabile è “abitata” da figuranti in costume, essendo tardi non abbiamo potuto verificare se almeno in questo caso la presenza degli attori sia più massiccia di quella del villaggio (dove in tutto abbiamo contato 6 attori). Sono ormai quasi le 18, e dobbiamo spostarci a Boston (anzi, a Cambridge) dove dormiremo stanotte. Il traffico in entrata in città è tutto bloccato, rimpiangiamo i giorni scorsi quando eravamo sempre praticamente soli 🙂
Anche entrare nel parcheggio dell’hotel è un’impresa, ma alla fine ce la facciamo, lasciamo le valigie e – con sole 3 fermate di metro dall’hotel, Green Line – siamo in centro a Boston, dopo solo 9 mesi dalla nostra ultima visita. Il clima rispetto a gennaio è decisamente diverso, i ristoranti hanno i tavolini fuori, ci sono concerti dal vivo e artisti di strada. Stavolta mangiamo in un locale storico di Boston, forse IL PIU` storico, l’Union Oyster House: mangiamo al piano di sopra, proprio al tavolo vicino a quello preferito da Kennedy, che era un habituè del locale e qui chiese a Jacqueline Bouvier di sposarlo (c’è una targa che lo commemora). Mangiamo una clam chowder divina e un lobster roll spaziale, facciamo due passi in centro attorno a Quincy Market e Faneuil Hall e torniamo a casa, a guardare Weather Channel per capire come si sta muovendo l’uragano Lee (mi sa che sabato non la scampiamo).