Day 8 – Boston, Harvard, Salem, Gloucester, Rockport
La colazione di stamattina, all’Hampton Inn by Hilton Boston Cambridge, è finora la migliore del viaggio: due waffle maker (che di nuovo non ho avuto il coraggio di usare), con un sacco di topping da metterci su (chocolate chips, noccioline, panna montata, caramello), poi frutta, yogurt, yogurt greco!, bagels, pane, burro d’arachidi, cereali, e una parte salata che comprende addirittura delle omelette al formaggio. Colazione ricchissima (a me non sembra vero di poter mangiare lo yogurt greco con le noci) che facciamo alle 7:30, quando ancora non c’è nessuno, buttando un occhio a Weather Channel (solite raccomandazioni per tutta la popolazione del New England per domani: preparatevi a venti forti, piogge forti, allagamenti, black out, alluvioni, terremoti, bombe atomiche…). Nel frattempo c’è un sole meraviglioso anche se tira un po’ di vento, probabilmente le prime avvisaglie dell’Uragano Lee che al momento sta spazzando un po’ le Bermuda.
Oggi abbiamo una giornata lunghissima e pienissima (e meno male che c’è il sole, visto che da domani ci salteranno tutti i piani): a tutte le tappe lungo il tragitto verso la prossima destinazione, Seabrook, abbiamo deciso di aggiungere un paio di ore a zonzo nel centro di Boston, dove siamo già stati nello scorso gennaio, ma ci era rimasta la curiosità di vederla nella bella stagione. Vi spoilero subito che ci era piaciuta un sacco in inverno, con il freddo, il cielo grigio, i locali che chiudevano prestissimo, e ci è piaciuta ancora di più adesso, viva, colorata, fiorita. Una città in cui probabilmente vivrei.
L’hotel è collegato benissimo con il centro (3 fermate di metro linea verde), così partiamo subito con il Quincy Market (dove non prendiamo niente da mangiare perché è ancora presto, ma se ci capitate a pranzo non perdetevi una sosta in uno dei numerosi banchi che vendono di tutto, dall’ottimo lobster roll a fette di torta importanti, tra cui la tipica Boston Cream Pie).
Proseguiamo verso il lungomare, molto diverso da gennaio: da qui partono anche tutte le crociere e le escursioni, per fare whale watching, visitare le isole al largo (come le Boston Harbor Islands) o per gustarsi semplicemente la vista dello slyline di Boston al tramonto.
Ci fermiamo in uno Starbucks per prendere qualcosa di caldo che non avevamo preso a colazione (per me Caramel Mocha e per Ale una delle proposte autunnali, Apple Crisp Macchiato – lo definirei “uno strudel di mele con cannella allo stato liquido”, perché quello è) e proseguiamo a piedi lungo il Boston Harbor per attraversare poi Chinatown e arrivare al Public Garden e al Boston Common, i due parchi del centro di Boston (il secondo è il più antico parco pubblico degli Stati Uniti), molto diversi da gennaio, quando erano spogli, ghiacciati e deserti. I due parchi sono pieni di gente, verdi, tenuti benissimo, ed è un piacere fare questa passeggiata. Ripercorriamo un pezzetto del Freedom Trail (il percorso che a Boston unisce tutte le locations importanti della Guerra con gli inglesi, che qui mosse i primi passi) fino all’Old State House, e torniamo in zona Quincy Market, dove entro nella Faneuil Hall, che è Visitor Center del NPS, espressamente per comprare la “Collector’s Edition” del passaporto dei parchi, in versione gigante e deluxe (potevo esimermi dal farlo, proprio io?). Ci metto già il primo timbro 🙂
Riprendiamo la metropolitana, recuperiamo auto e valige in hotel e via verso Harvard! Dopo Yale, non poteva mancare la visita al campus dell’università più antica e più grande (in termini di numero di studenti) degli Stati Uniti. Troviamo parcheggio praticamente davanti l’ingresso di Harvard Square (breve nota sui parcheggi: praticamente ovunque si può pagare con il cellulare, scaricando una app sul telefono che è l’equivalente del nostro Easy Park) e partiamo all’esplorazione del campus. L’atmosfera è molto diversa da quella dell’altro giorno a Yale: c’è il sole, è venerdì e ci sono un sacco di studenti (e turisti) in giro. Passiamo davanti la statua di Harvard, chiamata la statua delle 3 bugie (1: c’è scritto che Harvard è il fondatore dell’università, e non è vero; 2: la statua non raffigura Harvard, bensì uno studente; 3: è sbagliato l’anno di fondazione dell’università inciso sul basamento) il cui piede è lucido perché si dice porti fortuna agli studenti strofinarlo. Dopo aver respirato un po’ l’atmosfera del campus, ci fermiamo a mangiare un trancio di pizza da Joe’s Pizza, succursale del famosissimo locale di New York, ed è buonissima! La prima pizza veramente uguale alla pizza al taglio che mangiamo in Italia, a soli 4$ a slice.
Dopo il pranzo è il turno dello shopping: esco dall’Harvard Store con la felpa del campus (bellissima!) e una shopper in tela (in gennaio ho comprato quella della Columbia a New York, potrei iniziare una nuova collezione, peccato a questo punto non aver comprato quella di Yale). Dopo l’Harvard Store è il turno dei libri, perché abbiamo parcheggiato praticamente davanti all’Harvard Book Store: se c’è un souvenir a cui non riesco a resistere sono proprio i libri, e infatti ne esco con un librone che contiene tutte le cartine ufficiali dei parchi nazionali degli Stati Uniti. Potevo lasciarlo là???
Dopo Harvard, proseguiamo verso nord, la nostra prossima tappa è Salem, la città delle streghe. A noi il lato “stregonesco” della cittadina interessa poco, ci hanno marciato sopra parecchio e ora Salem è diventata la Mecca dei fissati con le streghe, i fantasmi e roba del genere. La cittadina pullula letteralemnte di negozi di souvenir, agenzie che propongono “ghost tour”, negozi di esoterismo e magia… e di gente mooooolto particolare vestita in modo altrettanto particolare. Incontriamo anche degli sposi con damigelle a tema, il lavoro 1 mi perseguita anche qui :-)))
A noi di Salem interessa invece soprattutto il Maritime Historic District con il Derby Wharf, il molo alla fine del quale si trova il faro più piccolo del New England. L’intero distretto è zona tutelata, con tutte le sue case del ‘700/’800 perfettamente conservate. Il sito è gestito dal National Park Service, quindi trovo un altro visitor center dove apporre il timbro su entrambi, a questo punto, i miei passaporti dei parchi, e dove trovo un angolo dedicato al merchandising dei parchi nazionali che mi fa uscire gli occhi a cuoricino! Riesco a comprare solo un’altra shopper di tela con tutte le locandine dei parchi e un quaderno.
Visitiamo Salem in un’oretta (come detto, non siamo interessati a negozietti di gadgets a tema streghe e musei a tema) e proseguiamo per Gloucester, lungo la Essex Scenic Byway (la 127A). A Gloucester hanno girato il film “La tempesta perfetta” con George Clooney che abbiamo visto prima di partire, perciò cerchiamo e troviamo il bar “Crow’s Nest” del film ma restiamo un po’ delusi, è piccolissimo rispetto a come sembra nel film e soprattutto non è sul porto, ma su un’anonima strada trafficatissima! A Gloucester facciamo anche una deviazione imprevista, decidendo di raggiungere il faro di Eastern Point Lighthouse… che però è in una zona residenziale privata 🙂 Lo so, non si fa, ma facciamo finta di niente e percorriamo la strada, tra ville pazzesche affacciate sull’oceano, fino al faro, dove troviamo altri turisti abusivi come noi 🙂
Torniamo sui nostri passi per la prossima tappa, l’ultima della giornata: Rockport! Arriviamo nel villaggio (finora il più bello che abbiamo visto) che purtroppo il tempo non è dei migliori: fa freddo, è nuvoloso, tira vento (l’uragano Lee sta arrivando…) e così non ci godiamo la visita di Bearskin Neck, il distretto più tipico di Rockport, con le sue casette colorate e i negozietti, e neanche la vista del famosissimo Motif #1, la baracca rossa dei pescatori più famosa del New England. Ciononostante come detto Rockport ci piace tantissimo!
Sono le 18:30 quando ci rimettiamo in macchina per la nostra destinazione finale, Seabrook, in New Hampshire, dove dormiremo stanotte. Andiamo a cena all’Outback Steakhouse (tutto buono ma molto, troppo piccante) e ora aspettiamo di vedere se domani mattina alle 7 l’Uragano Lee arriva come previsto, e quanto andrà a modificare i nostri piani dei prossimi giorni 🙁