Dopo essere saliti al Delicate Arch ad Arches e aver pranzato a Moab, ci mettiamo in viaggio in direzione MONUMENT VALLEY! L’idea, lungo il tragitto, è di fare il TRITTICO DI MEXICAN HAT (MOKY DUGWAY e MULEY POINT li abbiamo già visti nel 2010, la VALLEY OF THE GODS l’avevamo saltata perché non avevamo la macchina adatta, e vorremmo recuperarla ora)… ma facciamo tardi, il tempo comincia a peggiorare, e così niente da fare, la Valley of the Gods salta anche stavolta e ci limitiamo alle prime due mete, tra l’altro con un po’ di ansia perché sta per piovere, non c’è un’anima viva in giro e abbiamo paura di impantanarci in mezzo al nulla con il SUV (ovviamente il cellulare non prende). Niente da fare, cara Valley of the Gods, sarà per la prossima volta! Riusciamo però a inserire, in maniera inaspettata, una piccola deviazione per una chicca poco conosciuta: BUTLER WASH RUINS, le rovine di un pueblo molto ben conservato che si possono ammirare, a distanza, da un overlook raggiungibile con un breve sentiero. Un piccolo “Mesa Verde” sconosciuto ai più e perciò decisamente tranquillo (eravamo da soli!)
Percorriamo la Moki Dugway (stavolta in discesa), attacchiamo il nostro adesivo sul cartello stradale e ci spingiamo anche nel viewpoint più lontano di Muley Point: questo posto, sconosciuto ai più, è per me davvero l’essenza di queste terre fantastiche. Tutto il mondo sembra ai tuoi piedi, in un silenzio surreale. Commovente.
Lungo la strada verso la Monument Valley ci fermiamo un sacco di tempo al FORREST GUMP POINT per rifare la foto sull’asfalto che avevamo fatto nel 2010 e che avevamo usato per i ringraziamenti del nostro matrimonio, solo che stavolta c’è un casino di gente, passano un sacco di macchine, e ci mettiamo un secolo per portarci a casa un po’ di foto carine.
Un tramonto e un cielo stellato indimenticabili al The View nella Monument Valley
Arriviamo nella MONUMENT VALLEY giusto in tempo per goderci il tramonto dal balconcino della nostra stanza vista buttes al The View Hotel: la stanza ci è costata parecchio e abbiamo dovuto prenotarla mesi fa, ma ne è valsa decisamente la pena!
Sceso il buio, andiamo a cena nel ristorante navajo dell’hotel, che a dispetto delle critiche su Tripadvisor e su diversi forum non ci è sembrato male, e con prezzi nella norma (considerando che è l’unico ristorante nella Monument Valley): mangiamo una specie di pane navajo un po’ pesantino, e torniamo subito in camera per ammirare dal balcone il cielo stellato più incredibile che io abbia mai visto. Nessuna foto è riuscita e riuscirà mai a rendere quello che vedono i nostri occhi, roba da brividi.
La mattina dopo la sveglia suona prestissimo, perché non possiamo certo perderci l’alba sulla Monument Valley dal balcone! Anche stavolta abbiamo fortuna con il meteo, niente pioggia e niente nuvole: ci buttiamo una coperta sopra il pigiama e via ad ammirare in religioso silenzio il sorgere del sole sui Mittens. Un’esperienza davvero incredibile che porteremo dentro di noi per sempre.
Sorto il sole, ci vestiamo, andiamo a fare colazione – questa sì un po’ deludente – e partiamo per il giro della Valley con la macchina (il giro che nel 2010 avevamo fatto in solitaria con la nostra guida navajo e la sua jeep). Ci fermiamo in tutti i viewpoint, ci impantaniamo quasi nella sabbia, facciamo un milione di foto e compriamo qualche gioiello navajo nelle immancabili bancarelle dei nativi.
Finito il giro, ci fermiamo al GOULDING’S LODGE per visitare il piccolo museo e la John Wayne Cabin (l’attore era di casa qui mentre girava i film western che l’hanno reso celebre), e ci rimettiamo in viaggio alla volta di Page, dove ci aspetta il tour del Lower Antelope Canyon.
Lungo la strada ci fermiamo per una breve sosta al NAVAJO NATIONAL MONUMENT, dove con un breve trail, il Sandal Trail – che attraversa anche delle orme di dinosauro nella roccia – si arriva ad un viewpoint che permette di vedere da lontano un pueblo incastonato nella roccia, molto suggestivo.
Da non perdere a Page: il Lower Antelope Canyon
Arriviamo a Page in anticipo per il tour del LOWER ANTELOPE CANYON (l’Upper l’avevamo già visto nel 2010)… che però è in ritardo di due ore sulla tabella di marcia, e questo ci scombina tutti i piani. Per non aspettare sotto il sole, andiamo intanto a fare check in al particolarissimo Lulu’s Sleep Ezze Motel, dove non vediamo (e non vedremo mai) il proprietario Matt (si fa tutto da soli, checkin e checkout). Torniamo al canyon ma ancora non è il nostro turno, dobbiamo attendere ancora parecchio sotto il sole.
Giunto finalmente il turno del nostro gruppo, purtroppo non ci godiamo per niente il tour, soprattutto rispetto al tour dell’Upper Antelope Canyon che avevamo fatto nel 2010: il canyon è decisamente troppo affollato, la nostra guida è assolutamente inesistente, capiamo poco. Peccato.
Recuperiamo però un po’ di spirito cenando al Big John’s Texas BBQ, mangiando pannocchie e carne all’aperto, in un’atmosfera da festa paesana, con la band country che suona Sweet Home Alabama. Sarà anche pieno di turisti e un po’ finto, ma a noi piace un sacco. Via a nanna, che domattina ci aspetta THE WAVE!
LOWER ANTELOPE CANYON uno dei miei sogni nel cassetto❤ spero un giorno di attraversarlo e di meravigliarmi ad ogni passo. Grazie per questo articolo super dettagliato e pieno di spunti utili❤
Se c’è un luogo nel mondo che DEVO assolutamente vedere ( e prima o poi lo farò) è questo . Ogni volta che leggo un articolo su questa destinazione capisco che un viaggiatore non può proprio perderselo.