
Day 10 – Portland Head Light, Freeport, Wiscasset, Boothbay Harbor, Pemaquid Point Lighthouse, Marshall Point Lighthouse, Owls Head Lighthouse
Stamattina splende un fantastico sole dopo la (mancata) tempesta, ed è tornato anche il caldo; facciamo colazione nel nostro Days Inn in anticipo rispetto al solito, perché vogliamo a tutti i costi visitare il Portland Head Light che iera era chiuso e questo significa, invece di proseguire verso nord per Acadia, tornare verso sud sui nostri passi di un’oretta. Il Portland Head Light ha anche un museo che apre alle 10, così, nonostante la partenza presto dall’hotel, per non arrivare troppo in anticipo al faro decidiamo di fermarci a fare due passi a Portland, che ieri sera avevamo saltato per mancanza di tempo. È domenica mattina, sono le 9 scarse, e la città (la più grande del Maine, con 60000 abitanti, e principale porto del New England) sonnecchia ancora. Il parcheggio su Commercial Street, la strada principale che costeggia il porto, la domenica è gratuito, troviamo subito posto (vantaggio di viaggiare in settembre, l’abbiamo già visto nei vari villaggi e cittadine in cui ci siamo fermati) e, dopo aver preso un Pumpkin Spice Latte e quell’altra cosa a base di mele e cannella che piace ad Ale da Starbucks, ci incamminiamo lungo il porto. Davvero bella questa Portland, con tutti i palazzi in mattoni rossi che si affacciano sui moli, i tanti locali e negozietti (ancora chiusi a quest’ora) e tutte le escursioni in barca che si possono fare per le numerose isole della baia.






Alle 9:30 risaliamo in macchina destinazione Portland Head Light: davvero bello, con un’organizzazione imponente (parcheggio per i pullman, gift shop, restrooms…)… ma gestito, nelle visite al museo, da volontari. E il volontario che stamattina doveva arrivare alle 10 si dev’essere addormentato, così, non potendo aspettare un’ora il suo arrivo, ritorniamo verso nord senza aver potuto visitare il museo. A saperlo prima, saremmo andati direttamente al faro 🙂 Abbiamo comunque fatto delle foto spettacolari, complice il cielo azzurro e soprattutto il sole dalla parte giusta (andate a fotografarlo di mattina se potete!).


Tornando verso nord, ci fermiamo a Freeport più per curiosità che per reale necessità: la cittadina è famosa soprattutto per essere la sede dove, 120 anni fa, L.L.Bean ha aperto il suo negozio di outdoor (un Decathlon ante litteram), che è ancora presente ed è stato affiancato negli anni da decine di altri negozi outlet. Facciamo un giro nell’outlet L.L.Bean, letteralmente preso d’assalto dagli americani, ma troviamo solo cose sinceramente improponibili per il nostro gusto: decine di camicie di flanella a scacchi di ogni colore, strane calzature impermeabili (sembra siano un brevetto di L.L.Bean) e gli immancabili impermeabili da pescatore gialli (ma anche rosa, verdi, lilla…). La particolarità di Freeport che ci colpisce di più, in realtà, è che una legge locale proibisce di demolire o modificare qualsiasi edificio, così il McDonald’s è ospitato in una casa del ‘700, e ha un’insegna decisamente sobria (ma il McDrive sul retro!). Lo stesso avviene a Salisburgo, sulla Getreidegasse, per quanto riguarda le insegne.

Dopo Freeport continuiamo il nostro viaggio verso nord, passando per Wiscasset, autodefinitasi (e definita anche dalle guide) “The prettiest city of Maine”… allora, di villaggetti in questi giorni ne abbiamo visti un’infinità, e tutti decisamente più belli di Wiscasset. Sì, la Main Street è interamente fiancheggiata da edifici storici del ‘700/’800 dell’epoca coloniale (ma questo avviene anche da altre parti), ma si tratta di una strada supertrafficata e rumorosa che sbuca su un ponte fin troppo visibile dalla Main Street, che è in discesa. L’attrazione principale di Wiscasset sembra essere il lobster shack Red’s Eats, uno dei più storici del New England. E infatti la fila per prendere da mangiare è lunga un ventina di metri, quindi desistiamo 🙂
Ci rimettiamo in macchina, destinazione Boothbay Harbor… e stavolta sì che ci vengono gli occhi a cuoricino! Villaggetto posto su un porticciolo, con un lungo ponte pedonale in legno che conduce sull’altra riva dell’insenatura – la costa del Maine, in questo tratto, è un vero labirinto arzigogolato, quindi per ogni tappa bisogna percorrere in su e in giù dalla Route 1, la strada principale, una deviazione di almeno un’ora, ma ne vale la pena! Pensate che, se la srotolassimo, la costa del Maine sarebbe lunga 6000km.



Boothbah Harbor è un gioiellino, pieno di negozietti colorati, gallerie d’arte, negozi di gift particolari, ristorantini. La parte centrale ricorda molto Fisherman’s Wharf a San Francisco, ma è più piccola e autentica. Ci fermiamo a prendere un home made fudge che mangeremo per merenda, e riprendiamo la macchina al solo scopo di andare dall’altra parte dell’insenatura a mangiare da Boothbay Lobster Wharf, un lobster shack gestito dalla cooperativa di pescatori locali (e infatti è vicino alla pescheria) con una deliziosa terrazza sul porticciolo. Prendiamo due clam chowder piccole (cup, non bowl), un fried clam roll (panino con vongole fritte) e un shrimp roll (panino con gamberetti fritti) e ce li gustiamo al sole, sul tavolino affacciato sul porticciolo, con anche la musica dal vivo (una coppia che ci delizia con i classici di John Denver e Johnny Cash, un po’ come avviene la sera da Big John’s Texas BBQ a Page)… l’atmosfera è PERFETTA. Sono questi i momenti meravigliosi che ci porteremo a casa dal New England <3









Il tempo ahimè è tiranno, quindi non possiamo crogiolarci troppo al sole e dobbiamo proseguire per la prossima – vicina in linea d’aria ma distante un’ora in macchina – tappa, il Pemaquid Point Lighthouse. Il faro si trova all’interno di un parco a picco sulla scogliera, curato benissimo, il cui ingresso costa 4$ a testa. Si può anche salire sul faro, con una piccola donazione aggiuntiva (il faro è gestito e mantenuto dalla Guardia Costiera), cosa che noi ovviamente facciamo al volo! L’interno è piccolissimo, le scale sono strettissime e si sale massimo 5 alla volta dopo che un volontario fa una breve spiegazione della storia del faro (e del perché chiedono una donazione aggiuntiva rispetto al prezzo di ingresso al parco). Restiamo su pochi minuti, ma ci piace un sacco, è un’esperienza davvero particolare!








Scesi dal faro, visitiamo il piccolo museo dei pescatori annesso, e facciamo merenda con il fudge comprato a Boothbay Harbor sui tavolini da picnic con vista sull’oceano… sembra di essere davanti ad un quadro!
Sono già le 16 ma nonostante la strada verso Bar Harbor, dove staremo due notti per visitare il parco nazionale di Acadia, sia lunghetta, abbiamo ancora dei fari da scovare 🙂 Il primo, tappa imperdibile per me, il Marshall Point Lighthouse, ossia il faro di Forrest Gump (vi ricordate quando, dopo aver corso letteralmente attraverso tutta l’America, arriva nel punto più a est – in Maine, appunto – e giunto sulla passerella di legno che porta al faro, si gira e ricomincia a correre nella direzione opposta? La sua corsa poi terminerà sulla strada che porta alla Monument Valley, in un punto da allora noto come “Forrest Gump Point”).




Arriviamo al Marshall Point Lighthouse che il sole sta calando… ci siamo solo noi ed un paio di altre persone, l’atmosfera è magica, possiamo gustarci il faro in tutta tranquillità, facendo mille foto e video e ovviamente ripetendo la corsa di Forrest 🙂 Il museo annesso è chiuso perché è tardi, ma fa niente, forse ancora meglio così, vederlo senza gente, e con questa luce magica, è bellissimo.
Questo doveva essere l’ultimo faro della giornata… ma non resistiamo ad una “piccola” deviazione per Owls Head, un altro piccolissimo faro, che si raggiunge dopo una breve camminata in mezzo al bosco, e che ha una vista SPETTACOLARE a 180 gradi. Meraviglioso.







Dobbiamo sbrigarci perché ahimè si è fatto tardino (sono le 18) e la strada per Bar Harbor è ancora lunghetta… arriviamo nel nostro motel per le prossime due notti (Edenbrook Motel, alle porte della cittadina) alle 21, il posto è un po’ (tanto) datato ma sembra pulito. Unico inconveniente, l’uragano Lee ha lasciato queste zone del Maine senza internet, quindi mi sa che stasera salta la pubblicazione del diario e delle storie 🙂
Dopo aver fatto check in andiamo a Bar Harbor a cercare un posto dove mangiare, e troviamo un pub, il Thirsty Whale, ancora aperto dove mangiamo un ottimo cheeseburger. La cittadina sembra bellissima già con il buio e i mille negozietti tutti chiusi, sono proprio curiosa di vederla domani. Domani, giorno dedicato all’unico parco nazionale di questo viaggio, Acadia National Park!