
Quest’anno così particolare ci ha insegnato ad apprezzare di più le località “ad un passo da casa”, e non appena le disposizioni vigenti ce lo hanno consentito, l’esplorazione della nostra regione è diventata un must per ogni appassionato di viaggi messo a dura prova da un anno di stop forzato (e io non faccio eccezione).
Pur abitando a poche decine di km, io e Ale non avevamo mai visitato come si deve la meravigliosa Riserva Naturale Foce dell’Isonzo, conosciuta anche come Isola della Cona, tra Monfalcone e Grado, in provincia di Gorizia. Questa primavera, con le prime giornate calde e prima che la zona – lagunare – si riempisse di zanzare, abbiamo finalmente colmato questa lacuna con una gita giornaliera in cui abbiamo esplorato la riserva in lungo e in largo.
Istituita ufficialmente nel 1996 in una zona oggetto dei primi interventi di ripristino dai primi anni ’90, la Riserva si trova nella parte orientale della regione Friuli Venezia Giulia lungo l’ultimo tratto del corso dell’Isonzo, su una superficie di 2.338 ettari, 1.154 dei quali in ambiti marini. Sito particolarmente adatto per il birdwatching (ospita oltre 300 specie di uccelli), è abitata anche da numerose altre specie: pesci, cigni, volpi, nutrie, rettili e i famosi cavalli bianchi della Camargue, introdotti nel 1991.

Come visitare la Riserva?
L’ingresso e il Centro Visitatori della Riserva si raggiungono da una deviazione lungo la statale che unisce Monfalcone a Grado: basta seguire le indicazioni stradali, ma vi consiglio di non fermarvi al primo grosso parcheggio che troverete, ma di spingervi più avanti, più vicino possibile all’ingresso (è possibile anche parcheggiare lungo la strada).
All’ingresso della Riserva – il cui punto di interesse principale, e maggiormente strutturato e visitabile, è rappresentato dall’Isola della Cona – troviamo il Centro Visitatori, dove comprare il biglietto d’ingresso (5€) e dove è possibile anche informarsi sulle specie attualmente presenti nel sito e avvistate nei giorni precedenti. In zona troviamo anche un parco giochi e un ristoro posto sotto la prima delle strutture di osservazione degli animali: la Riserva è infatti costellata di “casette di osservazione” in legno da cui ammirare le numerose specie senza essere visti.







È possibile esplorare la riserva attraverso due sentieri:
- Il sentiero ad anello, più breve e molto frequentato (45 minuti) che permette di raggiungere l’Osservatorio della Marinetta
- Il sentiero più lungo che porta fino alla foce del fiume (3 ore e mezza), decisamente più tranquillo

Noi abbiamo scelto di non farci mancare nulla e di fare il giro completo, iniziando il sentiero ad anello e prendendo subito la deviazione (scaletta a destra) per il sentiero più lungo, che ci ha portato con una luuuuuunga camminata (poco ombreggiata) alla foce del fiume Isonzo, e ci ha permesso di vedere da vicino un branco di cavalli Camargue.
Arrivati al fiume abbiamo pranzato con i nostri panini vista mare, seduti su un tronco liscio portato da una mareggiata, e siamo tornati indietro per ricongiungerci con il sentiero ad anello e completare il percorso.






Lungo entrambi i sentieri, numerosi i punti di osservazione, attrezzati con binocoli (anche se noi avevamo il nostro – se ne avete uno vi consiglio di portarlo) e finestroni per ammirare la fauna presente. Abbiamo visto cigni, anatre, nutrie, gru, svariate specie di uccelli, rane, pesci, i cavalli e anche un delizioso volpacchiotto lungo il sentiero più lungo (che non siamo riusciti a fotografare, purtroppo).






Si tratta di un’escursione che consiglio veramente a tutti e che piacerà soprattutto a chi ama la natura e ai bambini (per i quali è consigliato soprattutto il sentiero ad anello). Meglio affrontare l’escursione in primavera o autunno, perchè l’estate può essere davvero calda, umida e soprattutto piena di zanzare 🙂
Qui trovate la brochure ufficiale della riserva:
Qui invece il video della nostra gita: