Se anche voi, come me, siete degli escursionisti non troppo esperti e non troppo coraggiosi, e siete alla ricerca di un’escursione in montagna che vi permetta di raggiungere una vetta (non un rifugio o una malga, stavolta!) molto panoramica, di visitare un museo a cielo aperto (con un sacco di trincee della Prima Guerra Mondiale) e soprattutto di decidere all’ultimo momento se mettere alla prova i vostri limiti o restare nella vostra confort zone, allora la salita al Pal Piccolo fa decisamente per voi!
Volevamo da tempo fare questa escursione, ma per un motivo o per l’altro io e Ale non ci eravamo ancora riusciti. Domenica 12 settembre, perciò, abbiamo puntato la sveglia prestissimo, siamo partiti da casa con zaini, scarponcini e bastoncini da trekking nuovi, direzione Passo di Monte Croce Carnico. Alle 9 eravamo già al parcheggio del passo, da dove parte l’escursione.
Il sentiero per la cima del Pal Piccolo e per il Museo all’aperto della Grande Guerra parte subito alla sinistra del cartello: si inerpica subito abbastanza ripido, su un fondo pietroso su cui i bastoncini sono stati una manna dal cielo (vi dico subito che, se come me vivete ogni escursione con la costante paura di scivolare, i bastoncini – uniti ad un paio di scarponi con suola decente – vi cambieranno la vita! Mi hanno dato quella sicurezza che cercavo e mi hanno anche aiutato nella respirazione giusta). Un paio di punti sono leggermente più esposti, con una corda a dare sicurezza, ma il sentiero è comunque facile e fattibile, e molto panoramico (da qui si vede Malga Lavareit).
A un certo punto, primo bivio: il sentiero si biforca tra 401 (a destra) e 401b (a sinistra). La versione 401b è un po’ più difficile ma molto più panoramica, e ve la consiglio. Percorrendo il 401b è possibile anche vedere e visitare tutte le trincee della Grande Guerra, mentre scegliendo il 401 se ne esplora solo una parte. È comunque possibile fare un anello salendo con il 401b e scendendo con il 401 (noi abbiamo fatto così). Se volete invece un sentiero facilissimo per tutta la sua lunghezza, percorrete solo il 401.
Il 401b sale molto panoramico, tra sassi e le prime tracce della prima guerra mondiale. Tutta la zona è infatti sede del Museo a cielo aperto della Grande Guerra, con un sacco di camminamenti, trincee, torrette, gallerie che sono state risistemate e numerate in dei percorsi ad anello. Percorrere le trincee e pensare a cosa è successo più di 100 anni fa, con la prima linea italiana e quella austriaca a pochi metri l’una dall’altra, è decisamente emozionante.
Dopo aver esplorato la prima parte delle trincee (occhio alla testa nelle gallerie, io ovviamente l’ho picchiata sulla roccia!) indicate dalle lettere D – E – F, proseguiamo verso la vetta e troviamo un altro bivio: il 401b si divide in una versione per esperti e un’altra più tranquilla. La versione per esperti, nella prima parte, prevede un paio di corde e tratti esposti, di bassa difficoltà. Valutate voi comunque qual è il vostro livello.
Il panorama si apre sul versante austriaco, decisamente panoramico: ci fermiamo a fare merenda sulla pre cima, dove c’è una casetta di approvvigionamento e deposito per il museo. Il tempo è bellissimo, fa molto più caldo di quanto pensavamo, e fermarsi un attimo a mangiare una barretta energetica ammirando il panorama è veramente un toccasana. Altre trincee, contrassegnate dalle lettere A – B – C, fanno da contorno.
Ci manca l’ultimo pezzo per arrivare alla cima, e anche qua si può scegliere se salire per il sentiero normale o se mettersi nuovamente alla prova con un pezzo che è davvero per esperti: 3 scalette in ferro strettissime e una corda, poste subito dopo una trincea. Non c’è uno strapiombo sotto, ma per chi come me ha sempre paura di dove mette i piedi, è comunque una grossa prova.
Stavolta, non so se perchè mi sono sentita più sicura durante tutta l’escursione grazie agli scarponi nuovi e ai bastoncini, ma mi sento tranquilla e voglio provare. E salgo le scale con una sicurezza che mi stupisce! Sembro uno stambecco 🙂
Felice e contenta di aver superato i miei limiti e aver percorso senza difficoltà nè blocchi tutto il sentiero per esperti, arriviamo finalmente in vetta (assieme ad altre decine di persone, motivo per cui non riusciamo neanche a farci una foto decente con la croce di vetta). È il momento di tirare il fiato, tirare fuori dallo zaino il panino prosciutto crudo e formaggio e prendersi una meritata pausa.
Restiamo in vetta a mangiare, riposarci, fare foto, ammirare il panorama per una mezz’oretta, e poi decidiamo di scendere: a questo punto abbiamo varie opzioni, scendere dalla vetta subito attraverso il 401, proseguire per un pezzo verso il versante austriaco, ripercorrere a ritroso il sentiero appena fatto…
Scegliamo di proseguire in piano per qualche metro fino a Sella Freikofel, dove troviamo altre trincee, per poi scendere lungo il sentiero che conduce al Freikofel fino al bivio con il sentiero “facile” 401, quello che sale al Pal Piccolo senza nessuna difficoltà. Ritorniamo al parcheggio seguendo il 401, molto più semplice, circondato dall’erba, ma meno panoramico.
La salita al Pal Piccolo e la visita del Museo a cielo aperto della Grande Guerra è un’escursione che consiglio a tutti perchè ha tutte le caratteristiche per passare una giornata perfetta: molto panoramico, educativo, divertente, variegato, permette di scegliere di volta in volta se restare sulla variante semplice o se alzare leggermente e gradualmente il livello di difficoltà. L’intero giro, con molte pause, si fa in 4 ore scarse.
Qui il video della nostra escursione:
Complimenti per aver superato i tuoi limiti! Io ho scoperto il FVG questa estate e mi ha affascinato! Sicuramente ci tornerò e mi segno questa passeggiata! Noi ne abbiamo fatta una percorrendo una piccola parte del sentiero della pace sul Monte Colovrat dove abbiamo visitato anche li un museo all’aperto sulla Grande Guerra e sulle trincee
il FVG è davvero una perla nascosta 🙂
Sono molti anni ormai che ho appeso le scarpe da trekking al chiodo (per problemi fisici di mio marito). Mi piacerebbe moltissimo però tornare a provare i brividi di quelle salite estreme o tornare a riprendere il fiato guardando il panorama. Bellissimo giro: un luogo storico con panorami meravigliosi.
Molto bello di vedere queste montagne.
Legge adesso il libro : Fiore di roccia, da Ilaria Tuti.
Le donne nella guerra chi andavano per i soldati provedere delle cose, non avevano delle scarpe per proteggere i piedi.
Incredibile che avevano fatto. Periode, grazie a lei per le fotografie.
Mirjam (olandese)
Un libro nella mia wish list da un po’, spero di riuscire a leggerlo prima possibile!