Oggi è una delle due giornate che mi spaventano un po’, in questo on the road nei parchi (l’altra, ve lo anticipo già, è quella in cui raggiungeremo The Wave, Coyote Buttes North): dovrò infatti fare i conti con le mie paure e le mie vertigini e provare l’ascesa ad Angels Landing, il trail più impegnativo e pericoloso di Zion National Park.
Io e Ale siamo già stati a Zion nel 2010, in viaggio di nozze: era l’ultimo parco visitato prima di tornare a casa dopo un tour di un mese a zonzo negli States, e, un po’ perché avevamo già visto panorami mozzafiato, un po’ perché ci eravamo limitati alla facile passeggiata sul Riverside Walk e al facilissimo trail per le Emerald Pools, non ci aveva detto granché. Ci era sembrato molto simile alle nostre Alpi (ma quando mai???) e del parco ricordavamo soprattutto l’assurda quantità di scoiattoli affamati e per nulla timidi.
Stavolta abbiamo deciso di vivere il parco in maniera diversa ed avventurosa, e di provare l’ascesa ad Angels Landing, la cui particolarità è l’ultimo tratto completamente esposto su entrambi i lati e attrezzato con catene. Ce la farò ad arrivare in cima? Fra poco lo scoprirete 🙂
Lasciata Las Vegas dopo pranzo, arriviamo a Springdale, la cittadina alle porte di Zion dove pernotteremo, giusto in tempo per fare check in e andare a cena. Per la notte abbiamo scelto il Bumbleberry Inn, scelta ottima che rifaremmo senza dubbi: al centro di Springdale, con una fermata dello shuttle navetta per il parco proprio davanti, e convenzionato per la colazione con il Porter’s Smokehouse and Grill, un locale proprio di fronte dove mangiamo anche un ottimo cheeseburger prima di andare a nanna (scopro oggi, scrivendo questo articolo, che il locale è stato distrutto da un incendio in novembre 2020; il sito ufficiale parla di probabile riapertura in autunno 2021). Il locale ha anche uno gift shop dove io compro il più improbabile dei souvenir – un pigiama con loghi e disegni di Zion! Mangiamo e andiamo a nanna: l’hotel è uno dei pochi che abbiamo scelto ad avere la piscina ma niente da fare, non la sfruttiamo neanche stavolta!
Venerdì 11 Agosto – Zion
La mattina ci svegliamo alle 6:15, facciamo una colazione spaziale da Porter’s a base di pancakes, french toast e eggs&bacon e via al parco per provare la salita ad Angel’s Landing! C’è già fila nel parco per prendere la seconda navetta, quella che porta alla Riverside Walk e ai vari trailheads, ma quando arriviamo alla nostra fermata – The Grotto – siamo praticamente gli unici a cominciare la salita.
Angel’s Landing: la salita
Il primo pezzo di sentiero è davvero tranquillo, all’ombra e molto panoramico: si sale pian piano, fino ad arrivare al famoso pezzo di tornanti che è molto scenografico ma anche molto sicuro. È arrivati in cima, che comincia l’ansia 🙂
L’ultimo tratto, quello incriminato, è diviso in due parti, entrambe esposte e attrezzate con catene. Mi faccio forza e pian pianino affronto il primo tratto, accostato alla roccia, ed esposto quindi solo su un lato. Mi accorgo subito che il vero problema è la quantità assurda di gente che sale e scende dal sentiero (che è ovviamente a doppio senso) e questo mi mette una pressione assurda addosso, non mi sento libera di fermarmi quando non me la sento di proseguire, devo spostarmi continuamente per far passare gli altri (tra cui cinesi e francesi senza scarponcini e totalmente incoscienti)… arrivo in qualche modo alla fine del primo tratto ma mi accorgo che il peggio deve ancora arrivare 🙁
Il secondo tratto attrezzato è molto più lungo, ripido, esposto e ancora più stracolmo di gente che scende e che sale. Non me la sento perciò di proseguire fino in cima, ma sono comunque orgogliosa di aver superato anche se solo in parte le mie paure e le mie vertigini.
Ci riposiamo un attimo, recuperiamo le forze e riscendiamo lungo il sentiero, fino alla fermata dello shuttle. Attendiamo qualche minuto la navetta, partiamo in direzione Visitor Center e… IL DRAMMA! Ale si accorge di aver dimenticato il telefono sul muretto alla fermata! Scendiamo al volo dalla navetta ad una fermata successiva, la riprendiamo in senso opposto, ritorniamo alla fermata The Grotto ma ovviamente il telefono non c’è più… siamo disperati! Tutte le foto della prima settimana di vacanza perse, oltre ovviamente allo sbatti di dover bloccare tutto dall’estero e di doversi procurare un nuovo telefono. Alla fermata una coppia di afroamericani molto carini ci chiede cosa stiamo cercando, si dispera con noi e ci consiglia di chiedere al Lost&Found del Visitor Center, perché molte persone consegnano là gli oggetti smarriti… Proviamoci: torniamo tristissimi e sconsolati al Visitor Center, ci mettiamo in fila… e il cellulare è lì che ci aspetta!!! Da non credere! Mi metto addirittura a piangere davanti alla ranger, voglio abbracciarla!!! In Italia, inutile, dirlo, non avremmo trovato nulla.
UT9 e UT89 Scenic Byway e Red Canyon
Rinfrancati ma provati da questa esperienza (e con un notevole ritardo sulla tabella di marcia) lasciamo finalmente Zion alla volta di Bryce Canyon, passando per le stupende Scenic Byways UT9 e UT89 che ci regalano dei panorami stupendi sulla Checkerboard Mesa e il Red Canyon (nonostante si stia annuvolando).
Si tratta di una zona che meriterebbe di essere esplorata meglio, da qui partono alcuni facili sentieri e punti panoramici, ma purtroppo siamo in ritardissimo, Bryce Canyon ci aspetta!